Bisogni Educativi Speciali – DSA – PAI
ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
Una Scuola davvero inclusiva è una scuola che sa rispondere adeguatamente alle difficoltà degli alunni e sa eliminare le barriere all’apprendimento ed alla partecipazione di ognuno.
Il concetto di Bisogno Educativo Speciale rappresenta una macrocategoria che comprende dentro di sé tutte le possibili difficoltà di apprendimento degli alunni, sia le situazioni considerate tradizionalmente come disabilità (mentale, fisica, sensoriale), sia quelle che riguardano specifici apprendimenti quali la dislessia, il disturbo da deficit attentivo, o ancora altre situazioni di problematicità comportamentale, psicologica, relazionale, di contesto socio-culturale.
PIANO DI INCLUSIONE BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
INTRODUZIONE
Con l’introduzione nel 2006 del concetto di alunni “con Bisogni Educativi Speciali” e non più solo “con disabilità”, è stato fatto un grande passo avanti nella direzione di un sistema formativo più attento ai bisogni di ciascun alunno.
I cambiamenti nella popolazione scolastica e l’evolversi delle situazioni di difficoltà (BES) hanno imposto alla scuola di estendere il campo di intervento e di responsabilità a tutti gli alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di ragioni.
Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali rispetto ai quali è necessario offrire adeguata e personalizzata risposta.
La scuola è chiamata a leggere e a rispondere in modo adeguato ed articolato ad una pluralità di alunni che manifestano Bisogni Educativi Speciali con difficoltà di apprendimento stabili o transitorie.
In tale ottica l’attenzione sarà favorita dalla capacità di tutti i docenti di osservare e cogliere i segnali di disagio, ma anche dalla consapevolezza delle famiglie di trovare nella scuola un alleato competente.
L’obiettivo del nostro Piano di Inclusione, alla luce della situazione descritta, è quello di superare una lettura dei bisogni fatta soltanto attraverso le certificazioni sanitarie di disabilità e di ripensare alcuni aspetti del sistema formativo.
BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
L’area dei BES comprende tre grandi categorie: della disabilità, dei disturbi evolutivi specifici e dello svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale.
§ L’area della “disabilità” è certificata ai sensi della legge 104/92, con il conseguente diritto alle misure previste dalla stessa legge quadro e, tra queste, all’insegnante per il sostegno.
§ L’area dei“disturbi evolutivi specifici, oltre ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento [1], comprende i deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, ed infine il disturbo dell’attenzione e dell’iperattività [2].
§ La terza area presenta difficoltà derivanti dalla “non conoscenza della cultura e della lingua italiana” per appartenenza a culture diverse.
NORMATIVA DI RIFERIMENTO
Il 27 Dicembre 2012 è stata firmata la Direttiva Ministeriale “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”(allegata) che estende il campo di intervento e di responsabilità di tutta la comunità scolastica all’intera area dei Bisogni Educativi Speciali (BES).
Nella Circolare Ministeriale n°8 del 6 marzo 2013 (allegata) si precisa che l’individuazione dei BES e la successiva attivazione dei percorsi personalizzati sarà deliberata da tutti i componenti del team docenti – dando luogo al PDP, firmato dal Dirigente scolastico, dai docenti e condiviso dalla famiglia.
I docenti potranno avvalersi per tutti gli alunni con bisogni educativi speciali degli strumenti compensativi e delle misure dispensative previste dalle disposizioni attuative della Legge 170/2010 (DM 5669/2011 allegata), meglio descritte nelle Linee guida (allegate).
PIANO DI INTERVENTO
La nostra scuola, ispirandosi alla normativa vigente, decide di perseguire la “politica dell’inclusione” e di “garantire il successo scolastico” a tutti gli alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione, anche a coloro che, non avendo una certificazione né di disabilità, né di DSA (104/92 e la recente 170/2010) fino ad oggi non potevano avere un piano didattico personalizzato, con obiettivi, strumenti e valutazioni pensati su misura per loro.
Il presente Piano costituisce un concreto impegno programmatico per l’inclusione ed uno strumento di lavoro, pertanto sarà soggetto a modifiche ed integrazioni periodiche.
Questo documento è parte integrante del POF e si propone di
- definire pratiche comuni all’interno dell’Istituto;
- facilitare l’accoglienza e realizzare un proficuo percorso formativo degli studenti con BES;
- individuare strategie e metodologie di intervento correlate alle esigenze educative speciali, nella prospettiva di una scuola sempre più inclusiva ed accogliente.
In particolare si perseguiranno le seguenti finalità:
§ garantire il diritto all’istruzione attraverso l’elaborazione – a seconda dei casi – del PEP, PEI, strumenti di lavoro che hanno lo scopo di definire, monitorare e documentare le strategie di intervento più idonee ed i criteri di valutazione degli apprendimenti
§ favorire il successo scolastico e monitorare l’efficacia degli interventi
§ ridurre i disagi formativi ed emozionali e prevenire blocchi nell’apprendimento
§ adottare forme di corretta formazione degli insegnanti
In modo commisurato alle necessità individuali ed al livello di complessità verrà garantito l’utilizzo di strumenti compensativi, cioè di tutti quegli strumenti che consentiranno di evitare l’insuccesso scolastico a causa delle difficoltà dovute al disturbo e l’applicazione di misure dispensative, ovvero quegli adattamenti delle prestazioni che permetteranno all’alunno una positiva partecipazione alla vita scolastica.
Infine verranno delineate prassi condivise di carattere:
– amministrativo e burocratico: acquisizione della documentazione necessaria e verifica della completezza del fascicolo personale
– comunicativo e relazionale: prima conoscenza dell’alunno e sua accoglienza all’interno della nuova scuola con incontri ed attività programmati (incontri con le famiglie, con l’equipe Neuropsicologica…)
– educativo – didattico: predisposizione del PEI, PDP, PEP
Risorse
I compiti del GLH (previsto dall’art.15 comma 2 Legge 104/1992) già operante nella nostra scuola, verranno opportunamente ampliati includendo le problematiche relative a tutti i BES.
A tale scopo, i componenti di questo Gruppo di lavoro verranno integrati dalla presenza della figura strumentale Area 3, “ Coordinamento integrazione alunni stranieri” – presente nella scuola- in modo da assicurare la rilevazione e l’intervento efficace sulle criticità all’interno delle classi. Tale Gruppo di lavoro assumerà la denominazione di Gruppo di Lavoro per l’inclusione (GLI) e svolgerà le seguenti funzioni:
§ rilevazione dei BES presenti nella scuola;
§ raccolta e documentazione degli interventi didattico-educativi;
§ confronto sui casi, consulenze e supporto ai colleghi sulle strategie/metodologie di gestione dei casi;
§ rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività della scuola;
§ elaborazione di una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività, riferito a tutti gli alunni con BES, da redigere al termine di ogni anno scolastico;
§ promozione di iniziative di comunicazione e di collaborazione tra scuola, famiglia ed Enti territoriali (Comune, ASL, Cooperative, Enti di formazione);
§ condivisione della responsabilità educativa con la famiglia;
§ ripensamento delle pratiche didattiche per migliorarle.
METODOLOGIA
Per la lettura ed il riconoscimento dei bisogni reali di un alunno, al di là delle etichette diagnostiche, è necessario comprendere un intreccio di elementi che riguardano sia lo studente sia i contesti in cui egli viene a trovarsi.
L’idea di bisogno educativo speciale viene fondata sul funzionamento globale della persona, al fine di costruire una didattica inclusiva e individualizzata.
Le strategie metodologiche risultano fondamentali per i ragazzi con difficoltà di apprendimento di vario tipo ed è importante che la scuola si impegni a sviluppare la capacità di imparare degli studenti. Il metodo di insegnamento deve tener conto delle modalità di apprendimento degli alunni e promuovere processi meta cognitivi che permettano allo studente un iter di apprendimento consapevole.
Per una didattica individualizzata:
– favorire in classe un clima positivo;
– aiutare ad individuare i concetti chiave e promuovere la comprensione del testo;
– insegnare ad utilizzare gli elementi paratestuali;
– insegnare ad utilizzare e a produrre mappe e schemi sintetici;
– valorizzare linguaggi alternativi al codice scritto;
– promuovere processi metacognitivi, di autovalutazione e di autocontrollo delle strategie di apprendimento;
– attivare il tutoraggio tra pari e la collaborazione con il piccolo gruppo;
– proporre esercizi relativi alla comprensione globale, esercizi di individuazione e di riformulazione di idee e informazioni.
CRITERI DI VERIFICA E VALUTAZIONE
Verrà facilitata la decodifica delle consegne dei compiti da svolgere; le verifiche scritte saranno strutturate e predisposte in modo scalare; sarà possibile organizzare interrogazioni programmate per ovviare a difficoltà di organizzazione dei materiali e dei tempi.
La valutazione tenderà a valorizzare il processo di apprendimento degli alunni attraverso la rilevazione degli elementi positivi e la considerazione degli aspetti che si possono migliorare o potenziare.
[1] In data 8-10-2010 la Commissione del Senato, ha approvato le “Nuove norme in materia di Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) in ambito scolastico” (Testo di Legge allegato). I disturbi specifici di apprendimento sono fragilità di natura neurobiologica.
Tra questi si possono distinguere:
- la dislessia evolutiva che è un disturbo di correttezza e velocità dell’abilità di lettura;
- la disortografia che è la difficoltà a rispettare le regole di trasformazione del linguaggio parlato in linguaggio scritto distinta dalla disgrafia che è la difficoltà a produrre una grafia decifrabile;
- la discalculia che è il deficit del sistema di elaborazione dei numeri e/o del calcolo.
[2] (Note MIUR “Piano Didattico Personalizzato per gli alunni con Sindrome da Deficit di Attenzione e Iperattività” allegata) L’ADHD si può riscontrare anche spesso associato ad un DSA o ad altre problematiche, ha una causa neurobiologica e genera difficoltà di pianificazione, di apprendimento e di socializzazione con i coetanei. L’ADHD può presentarsi in comorbilità con uno o più disturbi dell’età evolutiva: disturbo oppositivo provocatorio; disturbo della condotta in adolescenza; disturbi specifici dell’apprendimento; disturbi d’ansia; disturbi dell’umore, etc. In alcuni casi il quadro clinico particolarmente grave richiede l’assegnazione dell’insegnante di sostegno, come previsto dalla legge 104/92. Moltissimi ragazzi con ADHD che, in ragione della minor gravità del disturbo, non ottengono la certificazione di disabilità, hanno pari diritto a veder tutelato il loro successo formativo. Vi è, quindi, la necessità di estendere a tali alunni il PDP e le misure previste dalla Legge 170 per alunni DSA.
PROTOCOLLO ACCOGLIENZA ALUNNI CON DISABILITA’
PREMESSA
Accogliere gli alunni con disabilità significa fare in modo che essi siano parte integrante del contesto scolastico, assieme agli altri alunni, alla pari degli altri alunni, senza discriminazione alcuna. L’accoglienza deve essere intesa come riconoscimento del valore della persona con disabilità che, come tutti gli altri, va accolta per le sue possibilità e per i potenziali valori umani di cui è portatrice.
In tale prospettiva è necessario non solo un impegno di conoscenza e di valorizzazione della realtà personale, umana, sociale e familiare delle persone con disabilità, ma anche e soprattutto, un impegno di promozione della loro formazione attraverso la realizzazione di un’organizzazione educativa e didattica personalizzata, sia negli obiettivi, sia nei percorsi formativi.
L’integrazione degli alunni con disabilità può essere realizzata solo in una scuola che si fa a misura di tutti gli alunni, perché tutti sono diversi. La diversità è caratteristica peculiare dell’uomo.
FINALITÁ
Il nostro Istituto si pone come finalità prioritaria quella di un’integrazione globale attraverso la sperimentazione di percorsi formativi in grado di assicurare continuità nel passaggio tra i vari ordini di scuola e in quello indispensabile tra il mondo della scuola e quello sociale inteso nel senso più ampio e pertanto mirato anche all’inserimento lavorativo.
La nostra scuola pone tra le sue priorità:
- finalizzare tutta l’attività educativa, formativa e riabilitativa ad un “progetto di vita” che tenga conto del ruolo attivo che l’individuo dovrà svolgere all’interno della società;
- rendere le famiglie più consapevoli e quindi orientarle verso progetti realistici sul futuro dei propri figli;
- offrire agli alunni diversamente con disabilità la possibilità di acquisire maggiore consapevolezza delle proprie potenzialità;
- favorire l’accoglienza e l’inclusione degli alunni con disabilità attraverso percorsi comuni o individualizzati che facciano coesistere socializzazione ed apprendimento;
- elaborare tre aspetti determinanti del processo di formazione: accoglienza, inclusione, orientamento;
- condividere linee comuni pedagogiche e di condotta tra insegnanti di sostegno e curricolari nella gestione della classe.
Il “protocollo di accoglienza” delinea prassi condivise di carattere:
- amministrative e burocratiche (acquisizione della documentazione necessaria e verifica della completezza del fascicolo personale);
- educative-didattiche e relazionali (prima conoscenza dell’alunno e accoglienza all’interno della nuova scuola);
- sociali (eventuali rapporti e collaborazione tra scuola e territorio per la “costruzione del progetto di vita”).
L’adozione del “Protocollo di accoglienza” consente di attuare in modo operativo le indicazioni normative contenute nella Legge Quadro n°104/92 e successivi decreti applicativi. In attuazione della Direttiva Ministeriale 27/12/2012 “Strumenti di intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica” (BES), la “politica per l’inclusione” si estende a tutti i BES. Il GLI (in sostituzione del GLIST) sarà preposto a rilevare, monitorare e valutare il livello di “inclusività” della scuola. Il Protocollo, essendo uno strumento di lavoro, sarà integrato e rivisto, sulla base delle esperienze realizzate.
PROCEDURE E STRATEGIE CONDIVISE
Per raggiungere le finalità proposte, il progetto sarà strutturato in diversi percorsi:
- Saranno curati i rapporti con le diverse istituzioni locali (ASL; Comune, Enti Locali) sia per la realizzazione di eventuali Progetti integrati, sia per la stesura congiunta del P.E.I., sia per particolari situazioni problematiche che eventualmente si potranno creare.
- In ogni situazione si cercherà il più possibile di “agganciare” il lavoro dell’alunno a quello del gruppo classe ed accanto alle attività individualizzate, saranno privilegiatele attività a piccoli gruppi.
- Incontri di continuità con la Scuola dell’Infanzia e con la Scuola Secondaria di Primo grado con particolare attenzione alla realizzazione di attività idonee agli alunni con disabilità.
- Gli insegnanti di sostegno si riuniranno per confrontare ed elaborare strategie d’intervento più idonee al raggiungimento degli obiettivi programmati nei diversi Piani Educativi Personalizzati.
La tabella seguente riporta le azioni ritenute indispensabili per una buona accoglienza ed integrazione, i soggetti coinvolti nella loro attuazione e la scansione temporale.
TEMPI |
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ATTIVITA‘ |
SOGGETTI COINVOLTI |
Gennaio – Febbraio |
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Domanda d’iscrizione dell’alunno entro i termini stabiliti dalla normativa. |
Famiglia – Personale di segreteria. |
Consegna della documentazione attestante l’individuazione ai sensi della L104 e della diagnosi funzionale. Richiesta di eventuali necessità particolari dell’alunno. |
Famiglia – Dirigente o vicario o referente dell’inclusione. |
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Marzo – Maggio |
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Conoscenza degli spazi, tempi e ritmi della scuola accogliente per alunni già segnalati. (Attività previste anche dal progetto continuità). |
Insegnanti dei due ordini di scuola coinvolti. |
Incontro con la famiglia (per le nuove segnalazioni e per allievi provenienti da altra istituzione scolastica). |
Genitori – I. S. (organico di diritto). |
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Giugno |
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Presentazione di progetti che favoriscano il processo di inclusione. |
Team docenti -Referente dell’inclusione. |
Acquisizione di informazioni sull’alunno relative a: relazione, percorso educativo/didattico, modalità di lavoro, autonomia e stile cognitivo. Lettura dei documenti di passaggio. |
Team docenti della classe di provenienza – I. S. di ruolo del nuovo ordine di scuola – AUSL – commissione per la formazione delle classi |
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Segnalazione al D. S. di Eventuali situazioni particolari. |
Team docenti – D. S. |
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Settembre (prima dell’inizio delle lezioni) |
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Presentazione dell’alunno al Team docenti da parte dei genitori. |
Genitori – Team docenti |
Lettura della documentazione contenuta nel fascicolo riservato. |
Team docenti |
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Individuazione e condivisione di comuni linee pedagogiche ed educative nella gestione della classe e predisposizione di attività, rivolte a tutta la classe prima, finalizzate all’accoglienza dell’alunno. |
Team docenti – educatori (se previsti) – personale ATA |
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Settembre |
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Attuazione di azioni predisposte dal Team Docenti finalizzate ad una buona accoglienza. |
Team docenti – educatori (se previsti)- personale ATA |
Settembre – Ottobre- Novembre |
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Osservazioni soggettive ed oggettive (finalizzate alla stesura del P.D.F e P.E.I.) relative a: Capacità relazionali con adulti e coetanei Valutazione di prerequisiti e livelli di partenza Autonomia personale, sociale e scolastica. Capacità comunicativa. |
Team docenti – educatori (se previsti). |
Novembre |
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Stesura P.D.F. (fine ciclo e nuove segnalazioni) e P.E.I. (per tutti gli alunni) |
Team docenti – AUSL – famiglia |